giovedì 17 aprile 2014

Escursionistmo e Cartografia: isoipse ... queste sconosciute

Qualcuno le interpreta facilmente, molti non sanno esattamente cosa siano, altri le conoscono ma non sanno come trarne vantaggio. 
Sono convinto che sapendo interpretare le curve di livello (sinonimo di isoipse) di una cartina appena decente si può capire molto di più in merito al dove ci si trovi e cosa ci aspetta per giungere alla meta. Quindi, senza andare troppo nel tecnico e scendere nei dettagli cercherò di fornire alcune informazioni basilari, di facile comprensione e applicazione, che possano facilitare la navigazione.
Comunque è bene definirle in particolare a vantaggio di chi è assolutamente a digiuno della materia: “Le isoipse sono linee che unisono tutti i punti che si trovano ad una stessa quota.”
Le quote rappresentate hanno un dislivello costante fra di loro che viene chiamato (in modo fuorviante) equidistanza (sarebbe più logico chiamarlo equidislivello).
Ed ecco le prime due regole, logiche, di facile apprendimento:
1 - in una carta, indipendentemente dalla scala e dall'equidistanza, le aree con isoipse ravvicinate sono più ripide di quelle nelle quali sono rade (chiaramente nel primo caso si passa da una quota all'altra percorrendo una breve distanza, nel secondo si camminerà di più ma con minor pendenza)
2 - i sentieri che si sviluppano lungo una isoipsa, o rimangono fra due di esse, sono pressoché pianeggianti in quanto non hanno sostanziali cambi di quota. Al contrario, quelli che attraversano le isoipse quasi perpendicolarmente si sviluppano lungo linee di massima pendenza (le famose “salite di petto” o “appettate”)
In questo estratto della cartina della Campanella ho evidenziato aree e sentieri che mi sembrano abbastanza esemplificativi.

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