lunedì 11 agosto 2014

S. Angelo a Tre Pizzi nella carta borbonica del 1819

Quanti sanno che l'originale oratorio di San Michele Arcangelo al Faito si trovava in cima al Molare e non dove vedono oggi la chiesa moderna?
In questa pagina (Santuario di San Michele al Faito) trovate un cumulo di notizie in merito alla storia dei Santi Catello e Antonino, alla costruzione del primo oratorio, all'incendio del 1818 e alla costruzione del nuovo Santuario, completato nel 1950, sull'altura dove lo si vede oggi.
Pur se piccolo e non in muratura, l'Oratorio aveva una tale importanza religiosa da spingere gli ufficiali cartografi a riportarlo sulla carta borbonica del 1819 (al centro del cerchietto rosso).
In questo stralcio ho ripetuto alcuni toponimi poco leggibili e ho evidenziato, tracciandovi attorno un ellisse, due simboli non meglio identificati che dovrebbero essere attinenti al contiguo toponimo le Capanne (rifugio per i pellegrini? o per eremiti?).
Le Capanne, qualunque cosa fossero e qualunque destinazione avessero, sono state ubicate in carta nella valletta al di sotto delle antenne. Per essere più chiaro, ad uso di chi conosce i luoghi e di chi pensa di andarci, circa 400m dopo l’Acqua Santa, superato il tratto più ripido dopo l’inizio del sentierino per la sella sud di Castellone, si nota che il pendio si addolcisce ed il sentiero in alcuni tratti corre pressoché in piano. 
Effettuando le debite triangolazioni con i punti circostanti più attendibili, si deduce che le Capanne dovessero presumibilmente sorgere ai lati di questa parte del percorso, dove si notano varie piazzole e piccole depressioni (come piccole neviere).  
Accanto al Monte di Mezzo (Canino) è riportato il toponimo Cavajola, mentre gli altri due "pizzi" non sono esplicitamente nominati. La cima del Molare (Monte San Michele) è riconoscibile per il simbolo con la croce (cerchiato in rosso) e ho evidenziato le altre due con un pallino rosso aggiungendo anche, per maggior chiarezza, il toponimo Catiello
Altri toponimi interessanti sono Bocca dell'Inferno, scritto con caratteri molto grandi e agganciato alla sella fra i pizzi di Canino e Catiello
Scalandrone è toponimo comunissimo sui Monti Lattari e ha di solito origine dalla struttura a "scaloni" di qualche ripa o crinale.

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