sabato 23 maggio 2015

Flotta ottomana e non pirati saraceni!

Avendo cominciato a erudirmi in questo tutt’altro che approfondito argomento, almeno in Italia, sono ben presto giunto ad una semplice conclusione: come in tanti altri casi anche in questo spesso si parla per luoghi comuni e derivanti da una visione dei fatti molto superficiale, spesso addirittura errata. Dal materiale che ho acquisito ed in parte letto, ho già tratto tante notizie che evidenziano quanto poco si sappia e quanto male vengano proposti i “contatti” fra l’Impero Ottomano e gli stati dell’Europa occidentale. Ne fornisco in maniera estremamente succinta qualche esempio come spunto per chi voglia approfondire la materia, ma anche per sottolineare ancora una volta che, in particolare per gli eventi storici, esistono sempre molti punti di vista diversi ed è giusto conoscerne vari per avere un'idea più realistica dei fatti.

1) Saraceni: Denominazione generica degli Arabi nel Medioevo cristiano. Pare fosse in origine il nome di una popolazione (Σαρακηνοί) stanziata sulle coste del Golfo di ‛Aqaba, nella penisola del Sinai, esteso poi a designare l’intera stirpe degli Arabi nomadi e in genere i musulmani, specialmente quelli stanziati sulle coste del Mediterraneo ... (da Enciclopedia Treccani)
2) gli equipaggi delle galee ottomane non erano quindi Saraceni (non essendo né un’etnia, né una nazionalità) ed in linea di massima neanche turchi!
3) ciò vale anche per gli Ammiragli della flotta ottomana; per esempio fra i più famosi del ‘500 solo uno era turco e c’era anche un italiano (ne parlerò in un prossimo post)
4) buona parte dei rematori delle galee non erano “galeotti”, nel senso di forzati o prigionieri, bensì professionisti (i cosiddetti buonavoglia, quindi volontari) che venivano regolarmente pagati. Per esempio la flotta di Pialì Pashà che giunse fino a Menorca nel 1558, dopo aver fatto migliaia di prigionieri a Massa Lubrense e Sorrento (13 giugno) contava oltre 100 imbarcazioni delle quali solo una minima parte aveva equipaggio di forzati e non di buonavoglia (stpendiati).
5) le flotte che razziavano buona parte delle coste meridionali europee venivano soprattutto a prendere schiavi, rapire persone per il cui rilascio prevedevano di incassare ingenti riscatti, ma varie volte sbarcavano il piccole marine esclusivamente per approvvigionarsi di acqua e viveri. 
6) il loro obiettivo primario nel mediterraneo occidentale, quindi, non era saccheggiare, distruggere e uccidere e tantomeno conquistare come invece facevano nella parte orientale e lungo le coste nord-africane.
7) spesso viene ricordata solo la loro diversa fede e che la Flotta Ottomana fu sconfitta a Lepanto (1571) dalla cosiddetta Lega Santa, ma non si parla quasi mai della loro solida e duratura alleanza con la Francia (dagli altri stati occidentali bollata come empia alleanza) durata dal 1530 fino alla fine del '700, né dei loro saltuari accordi con la Repubblica di Genova per motivi per lo più strettamente commerciali.
8) chi ha tempo e voglia, per un’analisi generale può guardare il servizio di RAI Storia di circa 45’ dal titolo “La battaglia di Lepanto. Né vinti né vincitori
 “E’ l’ultima grande battaglia navale della storia, un evento epico anche nei numeri: 150 mila uomini imbarcati, 400 navi, milioni di scudi spesi e 30 mila morti in una manciata di ore. … nessuno uscì veramente vincitore.” Seppur abbastanza approfondito e basato su fonti attendibili resta comunque, e ovviamente, un punto di vista.

Penso che ora sia più evidente il fatto che le cosiddette flotte Saracene agissero sotto la bandiera di uno stato ufficialmente riconosciuto, potente e temuto, progredito in ambito tecnologico e artistico. Se sono riuscito ad incuriosire qualcuno, gli suggerisco di cominciare a leggere, per esempio, questa relativamente succinta Storia dell’Impero Ottomano del Dizionario Treccani.

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