lunedì 22 giugno 2015

Vuallariello: toponomastica, percorso e antropologia

Quanto vado a esporre di seguito con brevi note non vuole assolutamente entrare nel merito della non troppo latente polemica relativa alla “riscoperta” e pulizia di un antico e tradizionale percorso. L'unico fine di questa sommaria indagine basata su documenti, fonti orali e ricognizione, nonché della bozza di cartina allegata è stato quello di cercare di saperne di più in merito ai nomi e all'uso che di questi sentieri si è fatto per secoli.
* Il toponimo Vuallariello (e non Uallariello Guallariello), senza ombra di dubbio derivante dall’uso orale ancorché di etimologia sconosciuta, era già presente nell’elenco delle “Strade Nazionali, Provinciali, Comunali e Vicinali” del 1902, aggiornato e corretto nel 1911 e pubblicato il 30 giugno dello stesso anno. E' tornato (meglio sarebbe è giunto per la prima volta) all’attenzione dei più non-terminesi a seguito della pulizia/ripristino di un sentiero che mena al San Costanzo lungo le falde nord-occidentali del Monte, a partire da Cercito.
Oltre ad evidenziare la corretta scrittura del toponimo (che come tutti quelli presi dalla tradizione è di difficile ed incerta trascrizione) è anche necessario dire che il tratto ripulito non è il Vuallariello, bensì la strada vicinale Le Selve, come determinato nell’elenco suddetto alla partita n. 63.

La strada vicinale Vuallariello, partita n. 68 del medesimo elenco, inizia a monte della ormai nota e bellissima scala fra le due pareti calcaree, e termina sul crinale frala cima Santa Croce e Punta Campanella, poco a monte della spianata di Campo Vetavole.
L’attuale parte bassa della vic. Le Selve, si diparte da via Campanella con il il nome odierno di via Cercito (così è registrata all’anagrafe). Procedendo verso monte, dopo un centinaio di metri si trova una breve diramazione fra le case (a sx) e dopo altri 200m circa una verso destra più lunga (poco meno di 300m di sviluppo) e praticamente in quota. Circa 400m dopo il suddetto secondo bivio si perviene alla caratteristica scala fra le rocce e, lasciando l’ombrosa e fresca sévera (selva, in zona è di solito riferito a un castagneto) si giunge all’aperto sulle balze occidentali del Monte e dopo un centinaio di metri,che comprende un breve tratto in discesa, in poco spazio la vicinale di divide in tre.
Questo appena descritto è il tratto oggetto del recente intervento di ripristino fino a pochi metri oltre la scala. Di lì è stata diserbata una nuova traccia che conduce fino al sentiero comunemente percorso fra l’Alta Via dei Monti Lattari (CAI 300, poco a monte di Campo Vetavole) e piattaforma di cemento con ringhiera (belvedere) sopra la frana del 1973. Quindi, al momento, la parte finale della vic. Le Selve, la sua dir. C e la vic. Vuallariello non sono state assolutamente prese in considerazione. (vedi cartina semplificata)

Il primo bivio a sinistra prosegue praticamente senza dislivelli (solo minimi saliscendi) fino a poco oltre il crinale. Questa è la vera strada vic. Vuallariello, lunga poco più di 500 metri. Prosegue invece per circa 300m in leggera discesa (verso Prete janche) la vic. Le Selve, che conta una terza e ultima diramazione (lunga 300m ca. verso l’area a monte di Canciello) appena una ventina di metri dopo il bivio dal quale si diparte la vic. Vuallariello.
Questa serie di vicinali sono state per anni (si potrebbe dire per secoli) le strade più importanti di Termini in quanto collegavano il centro abitato con le fertili terrazze del Monte. In particolare a Campo Vetavole e nella zona circostante (più pianeggiante e quindi con terrazzamenti più ampi) si coltivava di tutto, perfino il grano e 'o jurmano (segale). Mi è stato riferito che era comune anche la coltivazione dei lupini e che nella cosiddetta “barracca ‘e De Angelis” (poco a monte della vic. Vuallariello) si allevavano vitelli.
In effetti nessuno è sicuro né dell’etimologia né della collocazione esatta del toponimo. Si diceva comunemente “jamm ‘ncopp ‘o Vuallariello” intendendo che sarebbero saliti passando per Cercito e dint’ ‘a  sévera. In effetti qualcuno, in epoca più o meno moderna potrebbe aver fatto confusione fra destinazione e itinerario.
Altra questione poco chiara è quella relativa al toponimo Canciello che finora conoscevo solo per indicare il passaggio di via Campanella nei pressi dell’edicola votiva, fra la parete rocciosa e il pinnacolo. Ma chi frequentava il Monte indicava con tale nome anche la zona più in alto e qualcuno mi ha proposto la distinzione fra canciello ‘e copp e canciello ‘e vascioValutando le varie informazioni potrei anche supporre che per Canciello si intendesse addirittura tutta la parete rocciosa verticale che si estende fra via Campanella e la scala della vic. Le Selve lungo una linea di frattura E-O e di conseguenza interpretare il toponimo come "chiusura" (la parete impassabile) e non abbinata ai due unici passaggi (lungo via Campanella e vic. Le Selve). Non sarà semplice venirne a capo.
Considerato che la maggior parte dei nomi presenti sugli elenchi e carte catastali sono stati ripresi già nell’800 dalla tradizione orale, spesso supportata anche da documenti notarili, sono propenso a credere che il Vuallariello fosse un’area a monte della scala nella roccia e non parte del castagneto. A prescindere dalle mie opinioni, il toponimo è tuttora ufficialmente abbinato solo ed unicamente alla succitata strada vicinale.
Il percorso ha perso di importanza per essere stato temporaneamente interrotto dalla frana del 1973 e per la costruzione della strada per il radar. In particolare a seguito di questa “comodità” quelli che per alcuni anni hanno continuato a coltivare i propri appezzamenti nella zona del Vuallariello erano soliti percorrere via del Monte fin’oltre l’antenna potendo così raggiungere il proprio campo in pochi minuti evitando grandi salite.
Nel corso delle mie indagini (interviste con persone che hanno frequentato l’area per anni) tutti mi hanno raccontato episodi e dettagli congruenti, che quindi ritengo affidabili e veritieri, a cominciare dal fatto che “se ne sono carriati viaggi …” (trasportato carichi sulle spalle) dal Monte a Cercito e Termini passando per il castagneto. Sono stati concordi anche nel descrivere quei sentieri (Selve, dir. C Selve e Vuallariello) come stretti percorsi battuti, e quindi evidenziati, esclusivamente dal loro quasi quotidiano passaggio dirigendosi verso i campi di Prete janche Campo Vetavole.
Come è evidente dedurre osservando le foto in basso, per una eventuale individuazione certa del tracciato catastale sarebbe più che mai necessario l’uso di stadia e teodolite o tacheometro, o altri strumenti simili. Non essendoci particolari ostacoli si passa più o meno dappertutto, seppur con qualche difficoltà a causa della vegetazione, e non ci sono segni evidenti dell’antico itinerario, se non sporadicamente. 
   
così si presentava l'area attraversata dalla vicinale Vuallariello sabato 20 giugno 2015
In questioni simili, riguardanti vecchi percorsi, nomi e tradizioni, penso sia sempre opportuno ed interessante, se non addirittura indispensabile, confrontarsi con quelli di qualche anno più grandi di noi.

1 commento:

  1. Sicuramente da percorrere, può offrire ulteriori opzioni per salire al "Monte" .

    Appena possibile vado a fare un giro e magari lo inserisco pure in qualche tour in modo che il lavoro svolto non vada vano.
    Luigi Esposito (Guida Escursionistica)

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