domenica 13 dicembre 2015

Te piace 'o presepe? ¿Te gusta el belén?

La prima domanda è chiaramente quella di Eduardo (Natale in casa Cupiello), la seconda è la traduzione letterale in spagnolo e non ha niente a che vedere con "la Belen" ... 
Comincio con un po' di etimologia e collegamenti fra le due lingue. Presepe deriva dal latino e significava mangiatoia (o recinto). Tuttavia, già da secoli, in italiano si riferisce alla rappresentazione della scena della natività in quanto, secondo la tradizione, proprio in una di esse (all’interno di una grotta o capanna) fu adagiato il Bambino, poi riscaldato dal bue e dall'asino. In spagnolo invece è diventato pesebre e tutt’oggi significa semplicemente mangiatoia, mentre il presepe si chiama belén in quanto Belén é la "traduzione" spagnola di Betlemme ... non credo siano necessarie ulteriori spiegazioni.
Veniamo ai presepi, in questo caso belenes tinerfeños (di Tenerife). Qui la 
tradizione è molto sentita ed esistono numerose associazioni di belenistas che ogni anno organizzano la loro esposizione che, come ognuna di questo tipo che si rispetti, viene costantemente migliorata e integrata con nuovi pezzi.
Per ora ho visitato questa di Puerto de la Cruz (organizzata dall’Ass. Belenistas San Francisco de Asís) e prossimamente andrò alla vicina Orotava dove esiste addirittura una Ruta de belenes, ben 28 ... vedremo.
Sono stati montati una mezza dozzina di presepi, per lo più con pastori di medie dimensioni, in altrettante sale attorno al patio dell’ex convento. Dato che, come è noto, al di là della parte centrale dedicata alla natività si sogliono rappresentare scene di vita quotidiana, sia domestica che lavorativa, è interessante andare a cercare i particolari che sono propri della cultura spagnola e canaria in particolare.
Nelle immagini raccolte in questo album salteranno subito agli occhi le architetture fra l’arabeggiante e il coloniale, i tipici indumenti canari, la presenza di frutti tropicali, dromedari quali animali da soma, e altro ancora.
Ad una lettura più attenta i buoni osservatori potranno scoprire ulteriori piccoli dettagli di oggetti e azioni come per esempio la presenza di una paella nella taverna (foto anticipata su Google+), il banco esclusivo di jamon iberico, il baro che passa al complice una carta da gioco tenendola fra le dita del piede, lo specchio alle spalle del barbiere, la serie di forbici dell’arrotino, e tanto altro ...
I nostri ben noti “pastori della meraviglia” mancano quasi del tutto, il personaggio non dovrebbe essere quindi classico come nel presepe napoletano e infatti, gli unici dormienti che ho visto (foto sopra con tanto di zampogna)facevano parte di un presepe di numerosi pezzi presentato come belén napolitano e comprato appunto in blocco in Italia. La maggior parte degli altri sono molto più moderni e realizzati per lo più dai soci del club organizzatore molti dei quali si limitano a comprare le teste e le altre parti visibili, per poi costruire il corpo e infine preparare i vestiti. In quest’ultimo campo i sembra si possa affermare che abbiano eseguito un eccellente lavoro così come nel riprodurre miniature di oggetti, mercanzie e alimenti.

Tutte le foto dell’album sono ingrandibili e quindi chi vuole potrà a scoprire molto di più di quanto si possa osservare a prima vista. Anche nelle ultime, relative al presepe più scarno ed essenziale, sono apprezzabili alcuni dettagli interessanti per quanto riguarda architettura, piante e oggetti. 

Come si può mettere sullo stesso livello la tradizione del presepe con quella dell'albero di Natale?

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