mercoledì 7 settembre 2016

Talvolta nei dintorni di destinazioni famose ci sono piccole “perle”

A sostegno della suddetta affermazione mi accingo a descrivere, in breve, piccola parte di una mia esperienza californiana a est di Yosemite, uno dei più famosi parchi nazionali USA. A giugno 2008 non era disponibile un solo posto nei vari lodges all’interno del perimetro del parco e, dissuaso anche dagli incendi che creavano enormi nuvole che oscuravano il sole, decisi di alloggiare a valle, dal lato opposto, esattamente nel piccolissimo paesino di Lee Vining, 222 (proprio duecentoventidue) abitanti nel 2010. Questo si trova a circa 2.000m di quota, all’inizio della spettacolare Route 120 (foto in alto), tortuosa strada di una ventina di km per Tioga Pass (3.031m s.l.m) unico accesso orientale a Yosemite.
Subito prima dell’ingresso, a nord della strada c’è l’area detta 20 Lakes, al di fuori del Parco, facente parte dell’Inyo National Forest. Pur essendo all’inizio dell’estate (25 giugno) c’era ancora tanta neve e grosse lastre di ghiaccio galleggiavano nei laghi e laghetti. Purtroppo vari sentieri erano completamente coperti da una fitta coltre di neve e quindi fui costretto a limitare la mie escursione ad una dozzina di chilometri. Eppure fu una splendida passeggiata, estremamente insolita per me che non amo la neve e tantomeno frequento ghiacciai, ma per fortuna l’arie fine ed il sole mi consentirono di procedere in pantaloncini e maglietta.
   
Dal lato opposto di Lee Vining, ad appena un paio di km, c’è invece lo spettacolare Mono Lake, amministrativamente anch’esso incluso nella Inyo National Forest. Si tratta di un lago alcalino molto particolare con delle strane formazioni sedimentarie che sporgono dalla superficie dell’acqua, come insolite stalagmiti. Il suo Ph (=10) non permette la sopravvivenza di pesci, ma in compenso proliferano miliardi di particolari gamberetti che si nutrono di alghe e che a loro volta ogni anno forniscono nutrimento a circa 2.000.000 (due milioni) di uccelli acquatici attirati lì proprio dalla loro abbondanza e dalla mancanza di altri predatori. A causa dell'alta densità dell'acqua si galleggia molto facilmente ... osservate il gabbiano nella foto a sinistra. Esiste un centro visitatori nel quale tutto questo inusuale ciclo viene spiegato chiaramente in ogni dettaglio.
   
Andando invece verso nord lungo la Route 395 (praticamente l’unica strada) in direzione Bridgeport, la cittadina (585 abitanti!) più vicina a Lee Vining, appena superata ciò che resta della città fantasma Dog Town si svolta verso est e, percorrendo una strada per lo più sterrata in mezzo ad un semi-deserto, si raggiunge Bodie, una vera ghost town (città fantasma) nel Far West americano. 

Sorse velocemente come conseguenza della corsa all’oro e nel 1880 arrivò a contare 7.000 abitanti e oltre 2.000 edifici, ma già prima della I Guerra Mondiale era nettamente in declino. L’ultima miniera chiuse nel 1942, ma già venti anni prima la si cominciò ad annoverare fra le ghost town. Oggi è mantenuta più o meno nello stato nel quale si trovava a quell’epoca, è ufficialmente denominata Bodie State Historic Park e viene visitata da circa 200.000 persone ogni anno.
   

In conclusione, e tornando al titolo del post, facendo base in una “ridente cittadina” di 222 abitanti lontana da ogni altro agglomerato urbano degno di tal nome, passai una piacevolissima settimana rimodulando i miei programmi:
  • rinunciai a quasi tutte le escursioni nella parte bassa del ben più famoso Yosemite National Park (Half Dome, El Capitan, Lembert Dome, Glacier Point...) affollatissimo e, in quel periodo, quasi sempre “oscurato” da dense nuvole di fumo
  • ne feci altre (non previste) nella parte alta, attorno a Tioga Pass rimanendo quasi sempre oltre i 3.000 metri di quota
  • aggiunsi un giro fra i 20 Lakes, nell’Inyo National Forest
  • feci una lunga passeggiata lungo le rive del Mono Lake
  • visitai una vera ghost town, esperienza molto soddisfacente ed interessante

Un po’ di naso, un po’ di ricerca, molta flessibilità e non si resta mai delusi.

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