lunedì 30 gennaio 2017

Ritorno a Honolulu (introduzione) ... ma che odissea!

Dopo poco più di “sole” 56 ore (2 giorni e 8h) dal momento in cui sono uscito di casa in Italia, eccomi nella casa che mi ospiterà durante le prossime 9 settimane. Il viaggio e stato più lungo del previsto con una serie di intoppi (niente di serio, per fortuna) che tuttavia hanno allungato a dismisura i tempi. A quanto già accennato nel post precedente (3h di ritardo in partenza da Francoforte) se ne sono aggiunte due di sosta in pista dopo l'imbarco, uno scalo intermedio non previsto a Chicago, la protesta anti-Trump all'aeroporto di San Francisco, l'inevitabile pernottamento (solo 4 ore effettive) nei pressi dell'aeroporto e infine un’ora e mezza di ritardo nella partenza dell’ultimo volo a causa di turbolenze lungo la rotta. Praticamente non mi sono fatto mancare niente! Cosa avrei potuto desiderare di più?
Koko Crater (all'interno c'è uno dei 5 Orti Botanici)
Già non sono uno che si lamenta e quindi meno che mai lo farò in questo caso, all’inizio di questo nuovo svernamento (seppur parziale) quasi lungo il meridiano opposto a quello di casa (oltre 172° sui 180° possibili), una ventina di paralleli più a sud, in una delle mie situazioni preferite: isola vulcanica, clima tropicale stabile, natura e cultura. Per la (mia) perfezione manca solo il buon cibo tradizionale (qui c'è poca varietà, condizionata ovviamente dall’isolamento), ma sopperirò egregiamente frequentando i tanti posti dove mangiare buon cibo a Chinatown, non solo cinese, ma anche giapponese, coreano, vietnamita, filippino. 
In effetti queste cucine sono quelle che si potrebbero considerare locali in quanto gli asiatici rappresentano oltre il 41% della popolazione con predominanza di giapponesi e filippini, i “bianchi” sono solo il 24%, i polinesiani (inclusi gli hawaiani) sono meno del 10% e gli afroamericani e nativi americani 2%. Gli altri, poco meno di un quarto della popolazione complessiva di circa 1,2 milioni, sono di sangue misto. Al di là dei meri numeri, ciò aiuta anche a capire quale diversità culturale si incontra considerando solo i residenti e non i turisti, quasi tutti nordamericani, che comunque si concentrano in poche ben determinate località.
Visto che saranno vari i post relativi alle mie prossime attività sull’isola, ecco una succintissima presentazione delle Hawaii e di Honolulu, giusto per dare un'idea della realtà, abbastanza differente ma non per questo peggiore, di quella dell'immaginario collettivo.
L’arcipelago si trova "sperduto nell'Oceano Pacifico, a quasi 4.000km dalla California e oltre 6.000 dal Giappone ed è composto da numerosi isolotti e da 8 isole di dimensioni maggiori molto varie, le più famose delle quali (per turismo) sono Maui e Kawai, quella di gran lunga più grande, Hawaii, dà il nome all’intero gruppo e per evitare possibili confusioni è chiamata anche Big Island (isola grande), la più popolata, con aeroporto internazionale, è Oahu che viene identificata con la sua capitale Honolulu.
Questa è una città molto ben organizzata, con un ottimo sistema di trasporto pubblico che si estende su tutta l’isola, teatro lirico con orchestra propria di riconosciuta qualità, ottimi musei e giardini botanici. Le luoghi più frequentati dai turisti sono il Pearl Harbour Memorial e la famosa spiaggia di Waikiki, che non rientra nei miei progetti. Anche nei 5 mesi di permanenza a cavallo fra 2007 e 2008, ci passai solo una volta vicino e non ho alcuna intenzione di tornarci. 
   
Al contrario, lunedì domani mattina andrò a incontrare lo staff degli Honolulu Botanical Gardens (ben 5, ognuno con caratteristiche diverse) con i quali collaborerò per buona parte del tempo, mercoledì ho in programma la prima escursione con gli amici Solemates mentre domenica potrei andare in giro con i miei vecchi consoci dell'Hawaiian Trail & Mountain Club (HTMC). Come si può immaginare anche dalla mappa ci sono due sistemi montuosi ben distinti, quello a NW molto arido e il più recente crinale di chiara origine vulcanica che corre parallelo e vicino alla costa NE. Su quel versante si trova anche la valle che è stata set di tanti famosi film fra i quali tutti quelli della serie di “Jurassic Park”,  
Ad Oahu si può veramente scegliere fra tante interessanti attività sportive (oltre all’escursionismo, importantissimi sono il golf e il surf, ma si pratica anche diving, snorkeling e tanto altro) e numerose culturali molte delle quali organizzate dall’ottimo Honolulu Art Museum e dal già citato Teatro.
Per quanto mi riguarda, dividerò il mio tempo fra attività all’aperto quali le mie solite escursioni e la collaborazione con gli Orti Botanici e al chiuso delle sale cinematografiche (del Movie Museum, del Doris Duke Theatre e commerciali) non disdegnando qualche andata in spiaggia e gli abituali party con gli amici escursionisti (quasi ogni settimana).
Nelle prossime settimane aspettatevi quindi foto scattate nel corso delle escursioni, immagini di piante, fiori e alberi tropicali, tante recensioni di film (buona parte dei quali non giungeranno mai in Italia) e vari post relativi alla cultura polinesiana in generale, hawaiana in particolare.

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