mercoledì 8 febbraio 2017

Honolulu Art Museum e una considerazione

Se non ricordo male, è da giugno che non parlavo di musei, così dai Rijksmuseum e Van Gogh M. di Amsterdam con un gran salto approdo direttamente all'HMA, Honolulu Art Museum, relativamente piccolo rispetto ai grandi europei e americani continentali, ma con vari motivi di interesse.
La struttura a due livelli copre una grande superficie in quanto oltre alle sale conta una mezza dozzina fra chiostri e corti interne, con opere esposte, decorazioni alle pareti e spesso con prato e/o alberi. Due ospitano rispettivamente una caffetteria classica e un Art Café che funziona anche da ristorante dalle 11 alle 14. Alle spalle del museo, con accesso indipendente oltre che dalla struttura principale, c'è il Doris Duke Theatre, che ho già citato più volte a proposito delle ottime rassegne cinematografiche ma il cartellone propone anche teatro, conferenze e musica.
   
Delle varie collezioni sezioni trovo particolarmente interessanti quelle asiatiche e quella polinesiana che sono continuamente arricchite da donazioni dei residenti e delle loro associazioni etniche. Per quanto riguarda la Polinesia ho visto di meglio solo a Auckland, New Zealand.
Ecco un paio di pezzi fra quelli che mi hanno particolarmente interessato
   
A sinistra una enorme testa lignea del '700 di una delle divinità più amate e rappresentate dell'Hinduismo: Nandi, il toro che trasporta Shiva.
A destra statua lignea della prima metà dell’XI sec. prodotta in Cina  rappresentante Guanyin (o Guan Yin), per i buddisti dell'estremo oriente bodhisattva associato alla compassione.
A sinistra coperchio di cestino intrecciato, rappresentate un orso polare che ha catturato una foca. Un'ultima nota, significativa: come quasi tutti i musei e simili qui negli States come in altre parti del mondo, si ha la possibilità di associarsi diventando member a costi ragionevolissimi. 
Pensate che con i soli 25 dollari della basic membership (il normale biglietto d'ingresso costa 10) si entra gratis per un anno intero e si hanno sconti per gli spettacoli, sugli acquisti nello shop e al ristorante. Questo criterio fa sì che i musei siano vivi, frequentati, fornendo occasioni di scambio di idee, si va al museo anche per ammirare solo un paio di pezzi e casomai commentarli poi nel patio della caffetteria o al ristorante.

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