mercoledì 6 settembre 2017

da "Rain", film e short story, a Somerset Maugham e Graham Greene, a Joan Crawford e Bette Davis

Proposto da Public Domain Movies, Rain (di Lewis Milestone, USA, 1932, tit. it. “Pioggia”, con Joan CrawfordWalter Hustonmi ha subito incuriosito in quanto le poche righe di presentazione “Una prostituta si redime a Pago Pago grazie ad un duro missionario” mi hanno fatto tornare in mente una short story di Somerset Maugham (1874-1965) che mi era molto piaciuta. Approfondendo, ho appreso che il soggetto era proprio quello e, dopo aver visto il film, posso anche aggiungere che  si tratta di un felicissimo adattamento, cosa relativamente rara.
La storia, con pochissimi personaggi (praticamente due: il missionario-predicatore e la prostituta), è ristretta in spazi limitati e si sviluppa nei pochi giorni di una sosta forzata a Pago Pago (isola tropicale del Pacifico), sotto una continua pioggia battente. 
Bravissimi gli interpreti principali, in particolare Walter Huston che riesce ad apparire esattamente come descritto da Maugham: arrogante, aggressivo, presuntuoso e viscido. La falsa immagine di missionario non riesce a coprire la sua meschinità e malvagità. Uno di quei predicatori che vogliono “salvare” anche e soprattutto chi non vuole essere salvato e ai primi ostacoli passano alle minacce verbali e, in un certo senso, fisiche. Nel suo piccolo uno dei tanti che nei secoli passati ed ancora oggi predicano e seminano terrore e odio in nome di una religione.
   
Moltissimo ovviamente si deve al testo Somerset Maugham che penso sia lo scrittore che abbia fornito il maggior numero di soggetti per film e TV (150 in tutto), superando anche Graham Greene, un altro fra i miei scrittori preferiti (The Third Man, Our Man in Havana, Brighton Rock, The Quiet American, ...).
Anche Joan Crawford interpreta benissimo la sua parte e ciò non meraviglia essendo una di quelle poche brave attrici riuscite a passare dal muto al sonoro e a “resistere” negli anni pur non essendo di una bellezza folgorante, ma solo perché sapeva recitare. A sua detta, il punto di svolta fu l’interpretazione di Nanon in The Unknown (consigliato, 1925, di Tod Browning - poi regista del cult Freaks, 1932) al fianco del “maestro” Lon Chaney nel ruolo di Alonzo, un circense senza braccia ... solo lui poteva riuscirci all’epoca, prima delle manipolazioni digitali.
      
Nello stesso anno di Rain uscì anche Grand Hotel nel quale la Crawford recitò al fianco di Greta Garbo e John Barrymore, e in seguito ottenne l’Oscar per Mildred Pierce (di Michael Curtiz, 1945) e Nomination per Possessed (1947) e Sudden Fear (1952), ma molti la ricorderanno per essere la Vienna di Johnny Guitar (1954, di Nicholas Ray). Quindi un’attrice assolutamente non limitata ad un solo genere visto che riuscì a brillare in film drammatici, noir, commedie e western! Joan Crawford è stata l’eterna rivale di Bette Davis e fra loro c’è sempre stato un dichiarato odio viscerale; su quanto si sono dette e fatto è stato addirittura scritto un libro Bette & Joan - The Divine Feud e proprio quest’anno è iniziata la serie TV Feud (faida) dedicata appunto ai loro pessimi rapporti.
Pur trovandosi su un'isola dei "mari del sud", Lewis Milestone concede poco o nulla all'iconografia classica, limitandosi a poche scene esterne e al coinvolgimento di comparse locali; le brevi scene di pesca dalla spiaggia che a metà del film sembrano essere state inserite solo per spezzare per un attimo la montante tensione si rivelano essere un sapiente aggancio per l'inaspettato finale. Anche se in alcuni passaggi Rain può apparire un po’ teatrale, il film vale senz’altro una visione attenta non solo alle immagini ma anche alle parole. In alternativa, consiglio caldamente di leggere la short story originale, scritta nel 1921 e altri testi di Maugham, che includono lavori teatrali e romanzi che contano varie versioni cinematografiche. Per citarne giusto qualcuno, The Razor’s Edge (1946, Il filo del rasoio) con Tyrone Power, Of Human Bondage (Schiavo d’amore) nel 1934 con Bette Davis e Leslie Howard, remake nel 1946 e 1964, The Paited Veil  (Il velo dipinto) nel 1934 con Greta Garbo e Herbert Marshall, con un adattamento (The 7th Sin) nel 1957 e infine il remake del 2006 con Naomi Watts e Edward Norton.
Mi sembra di aver divagato abbastanza fra cinema e letteratura e quindi concludo suggerendo di guadare Rain, leggere l’omonima short story e altri scritti di Somerset Maugham e di non dimenticare di leggere gli affascinanti romanzi e racconti di Graham Greene il quale, tuttavia, è stato spesso “maltrattato” da sceneggiatori e registi ... anche famosi.

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