martedì 7 novembre 2017

L’Uomo Lupo dei boschi ourensani (Galizia)

In un articolo relativo alle conseguenza degli incendi che il mese scorso hanno devastato la Galizia, era inclusa una citazione del storia quasi leggendaria, ma purtroppo reale, di Manuel Blanco y Romasanta ... el hombre lobo (l’uomo lupo).
Su di lui è stato scritto tanto e a distanza di oltre 150 anni della sua condanna e conseguente esecuzione ancora è molta l’attenzione rivolta a questo caso emblematico e senza dubbio singolare. Pochi anni fa è stato addirittura deciso di pubblicare integralmente tutti gli atti del processo che sono presto diventati quasi un bestseller.
Cercherò di riassumere gli eventi ed elencare fatti più salienti.
Romasanta era, a detta di tutti, persona garbata e gentile, di corporatura molto minuta (gli atti dicono 137 cm) e pare quasi assodato che soffrisse di pseudoermafroditismo femminile che portava alla secrezione abnorme di ormoni maschili, virilizzando il suo aspetto e provocando episodi di forte aggressività. (scusate eventuali inesattezze mediche, ma penso che la traduzione dia l’idea della situazione). Ciò spiegherebbe anche la sua attitudine “quasi femminile” e predisposizione a svolgere compiti di solito affidati alle donne come tessere, lavorare a maglia, cardare la lana.

Si sposò ma, ovviamente, non ebbe figli e quando rimase vedovo si diede al commercio ambulante e al contrabbando con fra Spagna e Portogallo e nel corso del processo fu accusato non solo dei 9 omicidi di donne e minori (che confessò pochi giorni dopo essere stato arrestato il 2 luglio 1852) ma anche di essere un sacaúntos (o sacamanteca), loschi personaggi ai quali si attribuiva il commercio del grasso dei corpi umani come unguento miracoloso. Delle varie vittime (che depredava di tutto, anche dei vestiti che poi rivendeva) furono trovate solo poche ossa e nessun altro resto.
Proprio questa l’osare troppo lo fece scoprire in quanto un fratello di una delle donne da lui uccise riconobbe gli abiti della sorella. Di solito circuiva donne non sposate, già un po’ avanti con gli anni e ragazze madri promettendo loro un buon lo presso un parroco di qualche paese abbastanza distante da non poter essere ben conosciuto. Con una serie di false lettere convinceva le donne a vendere tutto e ad intraprendere il viaggio con lui per poi ritornare dopo una decina di giorni con una ennesima falsa lettera della ormai defunta ai parenti.
Lo studio “fisico e filosofico” di Blanco Romasanta fu curato da sei giudici che, non volendo, scrissero un ottimo testo letterario ma dopo vedersi convertita la pena in carcere a vita per indulto della Regina, entrò in scena un certo monsieur Philips, un “esploratore dei labirinti mentali” che praticava l’ipnotismo. Romasanta raccontò della sua prima trasformazione che avvenne nel corso di uno dei suoi viaggi, quando nel bosco si trovò di fronte due lupi minacciosi. Fu a quel punto che si buttò a terra, si rotolò e si contorse fino a tramutarsi egli stesso in lupo e con gli altri due cacciò per una settimana. Al termine di questa esperienza ritornò nelle sue sembianze e scoprì che anche gli altri due erano in effetti uomini, per l’esattezza tali Antonio e don Genaro, entrambi originari di Valencia.
Romasanta morì di cancro allo stomaco il 14 dicembre 1863, nel carcere di Ceuta.
Questo è un ottimo e dettagliato articolo che ho trovato su un sito dedicato agli assassini seriali.
Della storia di Romasanta (limitatamente al periodo degli omicidi) sono stati realizzati due film il più famoso dei quali è “El bosque del lobo” (1970, di Pedro Olea) con una delle prime interpretazioni drammatiche di José Luis López Vázquez (foto al centro), l’altro ha come titolo proprio “Romasanta” (2004, di Paco Plaza)

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